[GRECIA] Rodi

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    Rodi, dal greco Ρόδος (Rodos), pronuncia: Ròdhos), è la più grande delle isole del Dodecaneso e la più orientale delle maggiori isole del mar Egeo.

    È situata a circa 17,7 Km dalle coste della Turchia. La popolazione ammonta a 130.000 persone (2004), di cui circa 60÷70.000 risiedono nella città di Rodi, il centro maggiore. Rodi è la capitale della prefettura del Dodecaneso e della Provincia di Rodi, che include anche le vicine isole di Symi, Tilos, Halki e Kastellòrizo (Castelrosso).

    Storicamente, era famosa per il Colosso di Rodi, statua al dio Helios, una delle sette meraviglie del mondo. La città medievale è considerata patrimonio dell'umanità.

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    Il nome significava rosa (anche se attualmente il fiore si denomina Triandafila - τριανταφυλλιά), e ricorrente è la denominazione di Isola delle rose. La rosa è uno dei simboli di Rodi, frequentemente impresso sui coni delle monete. Non è comunque certa l'origine del nome, e coesistono teorie che lo collegano alla mitologia. Rodo, ninfa figlia di Poseidone e di Afrodite. Altre figure rappresentative dell'isola sono il cervo, la cui statua domina il principale ingresso portuale, e di cui vari esemplari pascolano lungo i percorsi dei parchi delle mura, e l'Ibisco, onnipresente fiore che decora ville e giardini. Secondo leggende popolari furono i cervi, e non Forbante a liberare l'Isola dai serpenti.

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    Prassonissi

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    Prassonissi è la parte più meridionale dell’isola di Rodi. La sua caratteristica è che si tratta di un promontorio, unito all'isola da una striscia di sabbia, sul quale si erge un faro che diventa un’isola con l’alta marea dando origine a quel fenomeno conosciuto come “l’incontro dei due mari”: il Mediterraneo con l’Egeo. Così, mentre il mare occidentale è agitato per il soffiare del vento - il Meltemi -, quello orientale è calmo. Si assiste ad un fenomeno particolare che è il paradiso dei surfisti. Ancora oggi è una zona disabitata e con pochissime strutture, ancora lontana dal turismo di massa come quasi tutta la costa occidentale dell’isola che non ha strutture turistiche ma é prevalentemente agricola. Ci si arriva, rispetto alla città di Rodi, sia dalla parte orientale che occidentale oppure per itinerari interni se si vuol fare una visita a Petaloudes (la Valle delle farfalle) o ad altri piccoli centri storici tra i quali Psinthos, Epta Piges, Theologos.

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    Estratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Prassonissi


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  3. Lady Babina
     
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    Colosso di Rodi

    Il Colosso di Rodi era un'enorme statua del dio Helios, situata nel porto di Rodi in Grecia nel III secolo a.C.. Era una delle cosiddette sette meraviglie del mondo antico.

    Nel 305 a.C. il generale Demetrio, figlio di un successore di Alessandro Magno, invase Rodi con un'armata di 40.000 uomini. La città era ben difesa e Demetrio costruì delle enormi catapulte montate sulle navi, per distruggere le mura della città. Una tempesta gli distrusse le navi. Allora costruì a terra una torre d'assedio ancora più grande delle precedenti catapulte. I rodiesi allagarono il terreno prospiciente le mura, impedendo alla catapulta di muoversi e rendendola inoffensiva. Nel 304 a.C. il generale Politemo arrivò con una flotta in difesa della città e Demetrio dovette ripiegare abbandonando la maggior parte dell'equipaggiamento.

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    Per celebrare la loro vittoria i rodiesi decisero di costruire una gigantesca statua in onore di Helios, il loro dio protettore. La costruzione fu affidata a Chares di Lindo che aveva già costruito statue di ragguardevoli dimensioni. Il suo maestro Lisippo, aveva costruito una statua di Zeus di una trentina di metri.

    La statua era alta circa 32 metri. Secondo l'opinione di alcuni storici, la struttura era costituita da colonne di pietra con inserite delle putrelle di ferro a cui venivano agganciate le piastre di bronzo del rivestimento esterno. Per costruirla fu usata come impalcatura la torre di assedio abbandonata sul posto da Demetrio.

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    La costruzione terminò nel 282 a.C., dopo 12 anni. La statua restò in piedi per 56 anni, fino a che Rodi fu colpita da un terremoto nel 226 a.C. La statua precipitò in mare. Politemo si offrì di ricostruirla, ma i rodiesi rifiutarono temendo l'ira del dio Helios a seguito della ricostruzione (che veniva interpretata come un'offesa nei riguardi del dio). La statua pertanto rimase sdraiata sul fondo per 800 anni ed anche così era talmente impressionante che molti andavano apposta a Rodi per ammirarla.

    Nel 654, Rodi fu conquistata dagli arabi. I vincitori si portarono via la statua tagliandola in blocchi di cui si persero ben presto le tracce.

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    Secondo alcune ricostruzioni tradizionali, il Colosso di Rodi doveva raffigurare il dio Helios con le gambe divaricate ed i piedi poggiati alle estremità del porto di Mandraki (dove ora sono presenti le due colonne su cui poggiano dei cervi in bronzo) ed essere alto al punto da permettere il transito delle navi all'interno del porto, infatti si dice che fungesse anche da faro. Questa immagine tradizionale rispecchia una teoria ormai superata, dato che per garantire il passaggio delle navi le dimensioni della statua (32 metri di altezza) sarebbero state chiaramente insufficienti.
     
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